COMUNICATO STAMPA

 Napoli, lì 28/01/2017

                                                            Comunicato stampa

Da settimane i media locali e nazionali stanno riportando gli avvenimenti della sanità campana, sia quelli riguardanti le sue disfunzioni che quelle più strettamente legate ai fatti politici. E su quest’ultime vogliamo soffermarci. Dopo un rimpallo di responsabilità che ha riguardato le massime cariche sia nazionali che regionali, hanno voluto dire la loro anche i Direttori Generali di tutte le Aziende sanitarie, ospedaliere ed universitarie campane. Al di là del fatto che a nostra memoria non era mai avvenuto un avvenimento che vedesse compattamente schierati tutti i Direttori, riteniamo alcuni passaggi condivisibili, altri francamente esecrabili, per cui ribadiremo alcuni concetti già espressi in queste settimane dalla nostra associazione. C’è innanzitutto da rilevare che il riparto del Fondo Sanitario nazionale ha sempre penalizzato le Regioni del sud ed in particolare la Campania, facendo perdere al Servizio Sanitario quelle caratteristiche che nel mondo lo avevano reso unico: l’universalità e la solidarietà. La questione sociale è stata abbondantemente sottovalutata dai nostri politici, sia locali che nazionali, per cui non si è riuscito a dare quell’impulso necessario alla riorganizzazione dei servizi sanitari che sarebbe dovuta avvenire anche attraverso i nuovi modelli organizzativi, sia territoriali che ospedalieri, di cui le regioni del centro-nord si sono in questi anni dotate. Il risultato è che si è sviluppata una stratificazione disomogenea per cui si è eretta una sorta di torre di Babele che oggi non è possibile abbattere ma su cui si continuano a sovrapporsi errori e aberrazioni. C’è, dunque, un sottile filo rosso che unisce tutta la sanità regionale, si tratta della carenza di programmazione che prima l’affiancamento e poi il commissariamento non ha saputo risolvere. I politici e i dirigenti  chiamati ad incarichi di vertice non hanno saputo governare, mancando di capacità organizzative e di pianificazione dei percorsi, per cui le migliaia di decreti di giunta e le decine di leggi emanate non hanno prodotto ricadute positive per i cittadini campani in termini di salute. Con il commissariamento governativo sono stati prodotti annualmente ulteriori centinaia di Decreti che hanno riguardato tutti gli argomenti sensibili in ambito sanitario, senza che vi sia mai stata nessuna verifica sulla loro realizzazione e, dunque, sull’azione dei Direttori Generali a cui toccava, se possibile, applicarli.

Tuttavia ciò che ci colpisce maggiormente della lettera dei Direttori è quando si afferma “ci siamo ritrovati  con specialisti ambulatoriali chiamati a eseguire interventi di alta specialità”. Fa impressione che oggi questi signori, seppure ricoprendo il loro incarico magari da pochi mesi, ma venendo per altro da lunghe carriere nel sistema, si riferiscono con grave caduta di stile a quegli Specialisti convenzionati, detti solo per antica prassi ambulatoriali, che hanno tenuta in vita quegli ospedali che altrimenti sarebbero stati chiusi in una totale mancanza di programmazione, colleghi chiamati a tenere aperti i Pronto soccorsi come anche servizi più sofisticati (neuro e cardio-chirurgie, terapie intensive, centri trapianti ed altri ancora) ma trattati come quelli che non fossero dotati del massimo titolo, cioè la specializzazione, prevista in questo Paese per poter svolgere al meglio la propria professione. Cosa ha, dunque, da invidiare uno Specialista, chiamato in servizio con regolare concorso, rispetto ad un collega che sarebbe stato assunto con un concorso che le carenze organizzative aziendali impediscono di fare? E poi da domani cosa risponderanno i Responsabili dei reparti a quei cittadini, che avendo avuto la sensazione che lo specialista ambulatoriale rappresenti un professionista non di alta specialità, che vorranno sapere da chi sono curati?

Lo specialista SUMAI è orgoglioso di essere assolutamente un Medico Specialista, nelle più varie branche, e proprio per avviare un concreto rilancio dell’assistenza sanitaria, sia territoriale che ospedaliera, la nostra Associazione ha dato ampia disponibilità ad iniziare le necessarie sperimentazioni per i nuovi modelli organizzativi e per la necessaria integrazione tra territorio ospedale, una opportunità che il nostro ruolo trasversale può favorire, dando una mano a coloro che veramente vogliono offrire una efficace assistenza ai cittadini della nostra regione.

 IL SEGRETARIO REGIONALE             IL VICE PRESIDENTE NAZIONALE

        (Dott. F. Buoninconti)                                  (Dott. G. Peperoni)

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