SCIOPERO ASL NAPOLI 1 CENTRO

 Cari Colleghi, 

è arrivato un giorno che, sinceramente, credevamo non sarebbe mai arrivato.
Eravamo certi che la nostra pazienza, la nostra disponibilità, la qualità del nostro lavoro, quella stessa “indispensabilità” di cui tanti si sono riempiti la bocca, alla fine avrebbero contato abbastanza da indurre la Direzione strategica dell’Asl Napoli1 centro a riconoscerci quello che ci spetta, secondo il dettato del nostro Accordo nazionale.
Ma non è stato così. E non è una mia isolata valutazione. Continuamente ricevo in segreteria, o ascolto per telefono, o incontro nei vari ambulatori e ospedali, colleghi che mi dicono che sono stanchi di come è organizzato il loro lavoro, della protervia di alcuni dirigenti e della disparità di trattamento con altre categorie.
Ci siamo detti ancora uno sforzo, consapevoli di come lo sciopero sia un atto estremo, lontano dalla nostra cultura e sensibilità di Medici; ma di fronte a tanta sordità lo abbiamo proposto all’Assemblea e l’Assemblea unanimemente ha detto sì, anche se ognuno di noi sa bene che scioperare, a parte tutto lo scombino che porta nella nostra quotidianità e nei nostri impegni verso i pazienti a cui siamo legati in modo non formale, rappresenta anche la perdita di una giornata di paga ed è cosa ancora più dolorosa con i tempi che viviamo.
Ma il dado è tratto! È necessario che dopo le proposte e proteste che hanno lasciato i nostri interlocutori indifferenti essi tocchino con mano la nostra esasperazione, la nostra indignazione, la nostra collera.
Dunque tutti compatti scioperiamo per 24 ore, per l’intera giornata, il 2 febbraio.
Compatti perché ci conteranno. Compatti come gli operai di una volta, visto che la controparte si comporta come i vecchi padroni.
Proprio in queste ore ho avuto, per non lasciare nulla di intentato, incontri ufficiali ed informali con Prefettura e Regione per cercare di evitare questo sciopero ma sino ad ora l’Azienda, nonostante le sollecitazioni ricevute, è rimasta immobile.
Aspettiamo ancora qualche giorno ma se sarà necessario che nessuno si tiri indietro, nessuno chieda ferie, aggiornamento o malattie, perché, se così fosse, questa sarebbe l’umiliazione della categoria e per trenta denari la fine della nostra comune credibilità. 
 
Il Segretario Provinciale
    Gabriele Peperoni

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