Intervista a Oliveti (Enpam)

 Un “incontro positivo” di spiegazione con la ministra Fornero, che ha portato alla revoca delle giornate di sciopero già indette da Fimmg e Fimp. Resta in discussione l’età minima per la pensione.

 
09 FEB - “Un incontro positivo che consente di proseguire sulla strada della riforma già intrapresa dell’Enpam”. Il vicepresidente della Fondazione Alberto Oliveti è sostanzialmente soddisfatto del risultato dell’incontro avuto con la ministra Fornero la scorsa settimana. “Siamo riusciti a spiegare le nostre ragioni e i punti di forza della riforma dell’Ente, che potrebbe essere varata in primavera. In particolare – spiega Oliveti a Quotidiano Sanità – abbiamo illustrato alla ministra il particolare tipo di calcolo retributivo-reddituale che utilizziamo, nella sostanza equivalente al sistema contributivo, ma anzi più equo a patto che sia supportato da adeguati calcoli attuariali, che oggi siamo in grado autonomamente di fare. Grazie a questo sistema, la nostra riforma può garantire sia la sostenibilità di lungo periodo che la certezza della parte di pensione ad oggi costruita”.
 
“Il varo della riforma – ha aggiunto il vicepresidente Enpam – metterà definitivamente in sicurezza le pensioni dei medici e ora siamo più fiduciosi di poter raggiungere questo obiettivo a breve, con il parere positivo del ministero del Lavoro. La ministra Fornero ci ha chiesto di accorpare i diversi Fondi previdenziali che compongono l’Enpam e su questo possiamo ragionare. Nel frattempo possiamo presentare un bilancio unico che, tra l’altro, dimostra chiaramente che i nostri fondi, presi insieme, sono in equilibrio. In altre parole non abbiamo bisogno di intaccare il patrimonio ma ci basta utilizzare i rendimenti che ne derivano. 
  
Resta da discutere, e speriamo di poterlo fare quando la ministra avrà superato gli impegni che le provengono attualmente dalla discussione sulla riforma del mercato del lavoro, la questione dell’età minima della pensione anticipata che Fornero vorrebbe fosse allineata da subito a quella degli istituti di previdenza pubblici e che noi, invece, vorremmo collegare al previsto progressivo aumento di quella ordinaria di vecchiaia (per arrivare nel 2018 a un minimo di 62 anni per la pensione anticipata e 68 per quella di vecchiaia). Una questione importante ma più per ragioni di principio – conclude Oliveti – visto che i medici tendono ad andare in pensione molto tardi”.
  
Dunque sembra più vicina la soluzione dei problemi posti all’Enpam, e agli altri enti previdenziali delle professioni, dalla manovra di fine anno: accorpamento dei Fondi, che potrebbe anche realizzarsi in due tronconi, uno per la libera professione (Quota A e Quota B, ovvero liberi professionisti puri e libera professione dei medici dipendenti dal Ssn) e uno per la medicina convenzionata, e utilizzo dei redditi da patrimonio, magari con un graduale innalzamento dell’età pensionabile.
Resta da vedere quale sarà lo strumento tecnico con cui si concretizzerà questa modifica (circolare ministeriale, Conferenza dei servizi o altro), che i sindacati della medicina convenzionata, Fimmg in primis, chiedono sia il più possibile solido, ovvero stabile al di là del cambio di governo nazionale.
 
09 febbraio 2012
 

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