Morbo di Alzheimer: antipsicotici incrementano morbidità
Neuroscienze & patologie neurodegenerative
Ott 11,2019
I pazienti con morbo di Alzheimer che ricevono antipsicotici vanno incontro ad una maggiore morbidità, come emerge dal maggior numero di giorni trascorsi in ospedale rispetto agli altri.
Ciò si evince da uno studio della durata di 2 anni, nei quali le motivazioni per i ricoveri comprendevano disturbi psichiatrici e comportamentali nonché problemi genitourinari, respiratori e circolatori, ed infine anche patologie parassitarie.
Ciò riflette parzialmente gli effetti e le circostanze correlati all’uso di antipsicotici, come affermato dall’autrice Mariana Kaponen della University of Eastern Finland di Kuopio.
Coloro che fanno uso di antipsicotici inoltre hanno accumulato un maggior numero di giorni di ricovero anche a causa di demenza, problemi comportamentali e giorni di assenza del personale assistenziale, e pertanto parte delle ragioni del fenomeno si incentra sulle difficoltà di trattare i più gravi sintomi psicologici e comportamentali della demenza.
In base alle ricerche precedenti è noto che l’uso di antipsicotici incrementa il rischio di gravi effetti collaterali nei soggetti con morbo di Alzheimer, dal che deriva il razionale del presente studio, che risulta rilevante anche per la salute pubblica dato che il numero di pazienti con morbo di Alzheimer è in aumento in tutto il mondo ed un maggior impiego dell’assistenza ospedaliera incrementa ulteriormente i costi per la società. (JAMDA online 2019, pubblicato il 26/8
https://doi.org/10.1016/j.jamda.2019.07.009)