«La direttiva europea sui riposi tra un turno di lavoro e l'altra? Se a Cosenza la applicassimo dovremmo chiudere o dei reparti o il Pronto Soccorso, che non ha dotazione di personale adeguata e sarebbe un grave problema per l'utenza». Claudio Picarelli segretario Smi Calabria (e segretario aziendale all'Ospedale Annunziata di Cosenza) parla a caldo dopo che in un giorno si sono registrati due infarti per altrettanti medici uno in pronto soccorso e uno in neuroradiologia, c'è anche un infermiere colto da malore nel triste novero. «Gli episodi non coincidono con turni di lavoro massacranti ma lo stress da superlavoro è comunque una causa, visto che in Ps ci sono in questo momento nove effettivi più il primario contro i quindici previsto per l'organico che deve far fronte a 80 mila interventi l'anno», dice Picarelli. «Per coprire i turni ci si affida a noi medici di altri reparti che veniamo retribuiti a parte nell'ambito delle prestazioni aggiuntive». In questo modo c'è chi come Picarelli fa 56 ore ordinarie a settimana sulle 38 previste da contratto, e c'è chi ne fa 70. Per Picarelli, la direttiva Ue che ha messo l'Italia nel mirino della Commissione di Bruxelles per i mancati riposi di 11 ore tra un turno di lavoro e l'altro pare destinata a restare lettera morta, anche in altre situazioni al Sud, almeno per due motivi: «Primo, le assenze per eventi contingenti - l'infarto del collega, le lesioni riportate dal collega aggredito la settimana scorsa da un paziente estenuato dalle attese; secondo, le carenze da blocco del turn-over; ad Anestesia e Rianimazione gli effettivi sono 30 su 54 perché le leggi di stabilità che si sono susseguite vietano di rimpiazzare chi si pensiona. Però ogni prestazione aggiuntiva è retribuita 360 euro». Con le riferite 24 prestazioni a settimana per 52 settimane si arriva a una spesa di 450 mila euro, «che servirebbero ad assumere più medici nei reparti in sofferenza. Senza contare il tema-precari: dei 15 medici in organico in Ps lo sono 9 per fortuna ora con contratto prolungato al 2016».
Smi ha proclamato lo sciopero il 26 febbraio «ma anche qui, contro chi? La giunta regionale s'è insediata a gennaio, e ai sensi dell'ultima Legge di stabilità la sanità dovrebbe essere retta da un commissario ad acta esterno alla Regione, tuttavia l'Avvocatura dello Stato ha affermato che il commissario deve essere il neopresidente Mario Oliverio perché il precedente governatore sarebbe stato sollevato dal governo di Roma con provvedimento temporaneo».