Due piani del distretto di Conte della Cerra dovrebbero far posto al Santobono, che in cambio «restituirebbe» l’Annunziata all’Asl. Peperoni (Sumai): «Incomprensibile»
di Raffaele Nespoli
NAPOLI «Siamo molto preoccupati per gli effetti del possibile smembramento degli ambulatori di via Conte della Cerra. Questa decisione, rischia di disperdere l’ennesimo polo di assistenza territoriale». L’allarme arriva da Gabriele Peperoni, segretario provinciale del Sumai, convinto che per i cittadini del Vomero questa nuova chiusura, seppur parziale, creerebbe gravi disagi e ritardi nell’assistenza. Ma cosa si prospetta per l’unica struttura territoriale del Vomero destinata all’assistenza? In sostanza, due piani dell’edificio che attualmente ospita le specialità ambulatoriali del Distretto 27 dovrebbero essere destinati al Santobono, che “in cambio” lascerebbe l’Annunziata all’Asl Napoli 1 Centro. Un ritorno al passato, visto che l’ospedale del centro storico era già in passato sotto il controllo dell’Asl. Per non parlare del fatti che il trasferimento quasi certamente non troverebbe grandi riscontri nella pratica. I pazienti del Vomero, molti dei quali anziani, dovrebbero infatti spostarsi dalla zona collinare al centro storico per sottoporsi a visita. Oggi comunque la situazione è tutt’altro che chiara. L’ambulatorio di via Conte della Cerra ospita diverse branche della medicina, tra le quali: dall’assistenza anziani alla riabilitazione, passando per l’assistenza materno infantile (con un centro autismo), l’assistenza sanitaria di base, la cardiologia, l’urologia, la chirurgia generale, la dermatologia, la ginecologia, l’oculistica, l’otorinolaringoiatria e la diabetologia. «Non sappiamo – dice Peperoni – cosa di tutto ciò potrebbe restare al Vomero e cosa invece verrebbe delocalizzato all’Annunziata».
Un secco no a quello che viene definito come «un vero e proprio scippo del diritto alla salute dei cittadini» arriva anche da Corrado Gabriele, capogruppo regionale del Psi. «I poliambulatori territoriali e in generali tutti i presidi sanitari territoriali sono fondamentali per i cittadini, soprattutto per quelli più anziani e per i disabili. E’ impensabile che in un momento in cui molte aziende ospedaliere sono in serie difficoltà, a causa dei continui tagli alla sanità, invece di puntare sullo sviluppo e la crescita della Medicina Territoriale si decida di chiudere l’ennesima struttura per meri motivi di quadratura di bilancio. Il Presidente Caldoro si assuma la responsabilità di trovare una soluzione al problema, cercando subito altre strutture in cui trasferire il Poliambulatorio specialistico. I tagli vanno fatti altrove, occorre difendere una organizzazione sanitaria pubblica ed evitare che i cittadini siano costretti a servirsi della sanità privata».
28 marzo 2015
Fonte: Corriere del Mezzogiorno/Salute