Calabrò: "Fondi alla sanità, Campania penalizzata"

«Il governo modifichi i criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale. Solo così potrà arginare la trazione nordista dimostrando una reale attenzione ai problemi del Mezzogiorno». La Campania insorge e chiede a Palazzo Chigi interventi concreti. Dopo la telefonata tra Stefano Caldoro e Silvio Berlusconi, che ha annunciato l’impegno dell’esecutivo per il rilancio del Meridione, scende in campo Raffaele Calabrò: «Oggi le risorse vengono attribuite esclusivamente in base all’età media e ciò penalizza le regioni più giovani come la Campania - spiega il senatore del Pdl e consigliere del governatore per la sanità - D’ora in avanti è necessario considerare anche la situazione socio-economica. Gli scienziati, infatti, hanno dimostrato che la disoccupazione e la scarsa qualità della vita incidono in maniera significativa sul numero delle malattie e di conseguenza sui costi di Asl e ospedali». Calabrò è categorico: «Il progetto federalista può essere una grande occasione, ma solo se Nord e Sud partiranno alla pari. Ciò, purtroppo, non sta avvenendo». Secondo i calcoli degli esperti, proprio in base all’attuale meccanismo di distribuzione delle risorse, dal 2002 ad oggi la Campania ha dovuto rinunciare a circa 400 milioni di euro all’anno. Cosa che non è avvenuta per Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna: «Quando si ottengono maggiori fondi, è più semplice costruire percorsi virtuosi» chiarisce il parlamentare del Pdl. La Regione è comunque pronta ad accettare la sfida. «È giusto che non vengano più stanziati fondi a pioggia ma solo per progetti mirati, così come bisogna contrastare gli amministratori cialtroni - prosegue, rispondendo ai ministri Maurizio Sacconi e Giulio Tremonti - Tuttavia in Campania i cittadini hanno già scelto una nuova classe dirigente che sta dimostrando di voler avviare un cambiamento radicale. Non bisogna premiare le Regioni virtuose, bensì i comportamenti virtuosi». Calabrò cita l’esempio della sanità. Il piano di razionalizzazione della rete ospedaliera e territoriale messo a punto dalla struttura commissariale è stato approvato dal governo. In parallelo si sta lavorando a specifiche misure per la farmaceutica ed il personale, mentre è in dirittura d’arrivo il rinnovo dei protocolli d’intesa con i Policlinici. La giunta Caldoro ha inoltre nominato i commissari delle Asl campane, a cui sono stati affidati compiti precisi. A metà settembre è in programma a Roma un vertice cruciale in cui i ministeri dell’Economia e della Salute decideranno se sbloccare una parte dei fondi Fas nonché le risorse accantonate nell’ambito del fondo sanitario nazionale. Qualora ciò dovesse accadere, si potrà scongiurare l’aumento delle tasse e si metteranno in campo nuovi investimenti. «Ma il risanamento sarà difficile finché non verranno rivisti i criteri per l’assegnazione dei finanziamenti - insiste il senatore - Si tratta di un intervento necessario, altrimenti si sceglierà ancora una volta di favorire le Regioni settentrionali». Sul caso si esprime anche il segretario regionale del Sumai Francesco Buoninconti, il quale difende i medici specialisti ambulatoriali che hanno impugnato - attraverso lo studio legale Barbarulo - il decreto 10 della struttura commissariale (il 13 aprile il giudice del lavoro deciderà nel merito dopo aver rigettato la richiesta di tutela d’urgenza) varato nell’ambito della riorganizzazione del comparto: «Non vorremmo essere considerati la causa della cattiva condizione finanziaria della sanità in Campania - sottolinea - Anzi gli specialisti ambulatoriali interni continuano ad adoperarsi, tra mille difficoltà e croniche carenze strutturali, per garantire servizi di assistenza alla cittadinanza»

Gerardo Ausiello, da ILMATTINO del 24 /8/2010 Pag. 37