Per farsi carico dei compiti di cura che in Lombardia accompagneranno lo sviluppo dei Creg (Chronic related groups), i medici di famiglia dovranno cercare l'alleanza degli ambulatoriali convenzionati. È in sostanza questo il messaggio che il Sumai-Assoprof (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell'Area Sanitaria) ha lanciato venerdì dal palco del convegno organizzato a Milano per approfondire il tema dell'integrazione tra i vari attori della Sanità territoriale. Un argomento più che mai caldo in questa Regione, dove nei prossimi mesi dovrebbe partire la sperimentazione dei già citati Creg, in soldoni una sorta di drg del territorio per la presa in carico del paziente cronico. «Con i Creg» ha spiegato nel corso dei lavori Carlo Lucchina (foto), direttore generale della Sanità lombarda «lanciamo un modello diretto a misurare la presa in carico della cronicità. Paziente e medico instaureranno un patto che per il primo comporterà il rispetto del percorso terapeutico assistenziale e per il medico l'obbligo di guidarlo e consigliarlo secondo i canoni della medicina d'iniziativa». Ed ecco allora l'appello del Sumai per un'alleanza tra medici di famiglia e medici dei servizi: «Invecchiamento della popolazione e aumento delle cronicità» ha detto Mauro Martini, coordinatore nazionale per la Mg del Sumai «spingono per un'evoluzione del sistema delle cure primarie: dalla Medicina generale, articolata su assistenza primaria, Continuità assistenziale, medicina dei servizi ed Emergenza territoriale, andiamo verso una Medicina del territorio articolata su medici di Mg e specialisti del territorio». Per poter fornire il proprio contributo, tuttavia, la medicina ambulatoriale ha bisogno di risorse: «Servono investimenti infrastrutturali e per la formazione» ha concluso Martini «la Regione non può fare a meno di un tassello importante come il nostro».