ENPAM, approvata la riforma

In pensione nel 2018 a 68 anni. Aumenta l’aliquota contributiva

Eta' per la pensione che salira' gradualmente dal 2013 fino ad arrivare nel 2018 a 68 anni, aumento dell'aliquota ma a partire dal 
2015, e in cambio un sistema che restera' il 'contributivo indiretto Enpam'. Sono le linee della riforma delle pensioni appena 
approvata dalla cassa autonoma dei medici, prima tra gli enti previdenziali dei professionisti a varare una riforma che rende il 
sistema sostenibile a 50 anni. Ora la riforma dovra' avere il nulla osta dai ministeri vigilanti (EconomiaL'Enpam ha quindi approvato la sua riforma in anticipo rispetto alla scadenza prevista, rispondendo alla scadenza originaria che era stata fissata dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, al 31 marzo, poi prorogata.
 
 
 
''Siamo orgogliosi del senso di responsabilita' della nostra categoria, che ha concluso in autonomia questo percorso di riforma per 
rispettare i nuovi requisiti di sostenibilita' di lungo periodo'' ha dichiarato il vicepresidente della Fondazione Alberto Oliveti, 
perche' la riforma ''garantisce adeguatezza alle prestazioni e l'equita' nei confronti delle generazioni che verranno. Ci proponiamo 
adesso ai ministeri, convinti che sapranno riconoscere la bonta' del lavoro fatto''.  L'Enpam, un patrimonio attorno agli 11 miliardi 
e quasi 350 mila iscritti attivi (che versano circa due miliardi di contributi l'anno) e 85 mila pensionati, ha quindi rivisto le 
norme per accedere alla pensione, prevedendo un aumento dell'eta' pensionabile graduale (sei mesi ogni anno) a partire dal 2013, fino ad arrivare a 68 anni nel 2018. Resta possibile andare in pensione anticipata, anche se l'eta' minima aumentera' fino ad arrivare a 62 anni, sempre dal 2018, e con un assegno ridotto. Chi invece vorra' rimanere al lavoro di piu', vedra' i contributi versati dopo il 
compimento dell'eta' per la pensione di vecchiaia aumentati del 20%. Invece il graduale aumento dell'aliquota contributiva, che 
partira' pero' solo dal 2015. Previsti poi misure a favore dei camici bianchi piu' 'giovani', visto che Gli iscritti con età inferiore 
ai 50 anni potranno contare, ''a partire dal primo gennaio 2013, su un tasso di rivalutazione dei contributi versati al 100% 
dell'inflazione, per tutti gli altri invece il tasso è pari al 75%''. La quota A, infine, quella che devono pagare tutti i medici e 
gli odontoiatri iscritti all'ordine, indipendentemente dal fatto che poi esercitino come dipendenti del Ssn, passera' al metodo di 
calcolo contributivo, e sara' prevista una pensione anticipata a 65 anni solo se si accetta di passare al contributivo su tutta 
l'anzianita' maturata.
 
Il dettaglio
 
Questi i criteri seguiti negli interventi di riordino approvati:il rispetto del pro rata: la parte di pensione maturata fino al 31/12/2012 verrà calcolata con i vecchi criteri; non verrà toccato quanto assegnato prima del 2013 (contributi ordinari, aliquota modulare, riscatti della laurea, allineamento, etc); la valutazione della tenuta del sistema su un unico bilancio tecnico della Fondazione. Si è tenuto conto del saldo corrente (che include anche i proventi del patrimonio).
Per i fondi maggiori il metodo di calcolo della pensione resta il contributivo indiretto Enpam; un sistema che considera “un periodo 
di riferimento per il computo del reddito pensionabile pari all’intera vita lavorativa, sempre nella previsione di aliquote di 
rendimento che garantiscano l’equità attuariale e la sostenibilità finanziaria del sistema” (cit. Elsa Fornero). Un secondo vantaggio 
è che la rivalutazione è agganciata all’inflazione (che notoriamente è sempre in crescita) invece che al PIL, che può avere anche un 
andamento prossimo allo zero (come accaduto nel 2011) o addirittura negativo (come previsto per il 2012).
La riforma è anche caratterizzata da un percorso di omogeneizzazione del regime previdenziale delle gestioni.
 
MODIFICHE COMUNI A TUTTE LE GESTIONI
 
 
 
Pensione di vecchiaia
 
Innalzamento graduale dell’età per la pensione di vecchiaia dagli attuali 65 anni fino a 68 anni (dal 2018)
 
 
 
Fino al 31.12.2012 65 anni
 
2013 65 anni e 6 mesi
 
2014 66 anni
 
2015 66 anni e 6 mesi
 
2016 67 anni
 
2017 67 anni e 6 mesi
 
Dal 2018 in poi 68 anni
 
 
Pensione anticipata
 
Resta possibile andare in pensione anticipata, anche se, come richiesto dal Ministro Fornero, l’età minima aumenterà fino a 62 anni (dal 2018).
 
 
 
Fino al 31.12.2012 58 anni con applicazione finestre
 
2013 59 anni e 6 mesi
 
2014 60 anni
 
2015 60 anni e 6 mesi
 
2016 61 anni
 
2017 61 anni e 6 mesi
 
Dal 2018 in poi 62 anni
 
 
 
 
Chi sceglierà il pensionamento anticipato avrà una riduzione rispetto alla pensione ordinaria perché percepirà l’assegno per un numero maggiore di anni.
Oltre che il requisito dell’età minima sarà necessario maturare un’anzianità contributiva di 35 anni e un’anzianità di laurea di 30 
anni; oppure, senza il requisito dell’età minima, si potrà andare in pensione anticipata con un’anzianità contributiva di 42 anni e 
un’anzianità di laurea di 30 anni.
 
Contributi
 
L’aliquota contributiva resta per tutti la stessa fino al 2014. Si prevede un aumento graduale dal 2015, quando cioè verranno 
sbloccate le convenzioni.
 
(Valido per i fondi che rimangono al contributivo indiretto)
 
Premio per chi rimane
 
Chi resterà a lavoro più a lungo continuerà ad essere premiato: i contributi versati dopo il compimento dell’età per la pensione di 
 
vecchiaia varranno il 20% in più.
 
 
(Valido per i fondi che rimangono al contributivo indiretto)
 
Misure a favore dei giovani
 
Per le giovani generazioni sono previste misure migliorative. Gli iscritti con età inferiore ai 50 anni potranno contare, a partire 
dal 1° gennaio 2013, su un tasso di rivalutazione dei contributi versati al 100%dell’inflazione, per tutti gli altri invece il tasso è 
pari al 75%.
La flessibilità del sistema Enpam consentirà anche la possibilità di aumentare l’aliquota di prestazione (o aliquota di rendimento) 
sulla base dell’avanzo economico che risulterà dai prossimi bilanci tecnici. L’incremento dell’aliquotafarà crescere l’importo della 
rendita mensile della pensione.
(Valido per i fondi che rimangono al contributivo indiretto)
 
CONTRIBUTIVO INDIRETTO A VALORIZZAZIONE IMMEDIATA
 
L’Enpam finora aveva definito il suo sistema come retributivo reddituale; nella realtà si tratta di un vero e proprio metodo 
contributivo perché le pensioni sono legate ai contributi versati lungo l’arco dell’intera vita lavorativa, con l’uso di un’aliquota 
di prestazione (o aliquota di rendimento) che la Fondazione stabilisce sulla base di tecniche attuariali.
Il metodo Enpam viene definito contributivo indiretto perché, ai fini del calcolo, la prestazione viene determinata in base ai 
compensi rivalutati (comunque sempre ricostruiti a partire dalla contribuzione versata).
E’ un meccanismo a valorizzazione immediata perché consente di assegnare subito ai contributi pagati un valore certo, che sarà 
riscosso al momento del pensionamento.
 
Questo metodo rimane per i fondi della Medicina generale, degli Specialisti ambulatoriali e della Libera professione che in totale 
rappresentano oltre l’80% delle entrate contributive dell’Enpam.
 
 
 
MODIFICHE SPECIFICHE
 
 
 
Fondo dei medici di medicina generale
(68.670 iscritti attivi; 53% delle entrate contributive Enpam)
 
 
L’aliquota contributiva rimane al 16,5%, per i medici di medicina generale, e al 15%, per i pediatri, fino al 31 dicembre 2014. Nel 
2015 l’aliquota passerà al 17% per i medici e al 16% per i pediatri. Dal 2016 è previsto un aumento graduale dell’1% all’anno fino a 
un massimo del 26% (nel 2024; per i pediatri nel 2025). I contributi versati dal 1° gennaio 2013 verranno trasformati in rendita 
mensile con un’aliquota di prestazione (o di rendimento) dell’1,4%. Per i pediatri quest’aliquota verrà calcolata in proporzione 
all’aliquota di contribuzione fino a raggiungere l’1,4% dal 2025 in poi.
 
Resta in vigore il metodo di calcolo dell’Enpam, il contributivo indiretto.
 
Fondo degli specialisti ambulatoriali
(17.720 iscritti attivi; 14% delle entrate contributive Enpam)
 
Dal 1° gennaio 2013 anche per gli Specialisti ambulatoriali sarà più semplice calcolare la pensione. La parte di prestazione maturata a partire da questa data, infatti, verrà determinata con lo stesso metodo (contributivo indiretto) già impiegato per il fondo della medicina generale.
 
L’aliquota contributiva resterà al 24% fino al 2014. A partire dal 1° gennaio 2015 ci sarà un aumento graduale di un punto percentuale all’anno fino ad allinearsi all’aliquota media dei dipendenti che è del 32,65% (nel 2023). L’aliquota di prestazione (o rendimento) rimane il 2,25% all’anno (per gli iscritti con contratto di dipendenza sarà del 2,30%).
 
Dal 1° gennaio 2013 gli iscritti che hanno scelto il contratto di dipendenza potranno andare in pensione con gli stessi requisiti che 
sono validi per gli iscritti convenzionati.
 
Liberi professionisti (Quota B del Fondo generale)
(151.948 iscritti attivi; 15% delle entrate contributive Enpam)
 
L’aliquota contributiva resta il 12,5% fino al 2014. Dal 1° gennaio 2015 ci sarà un aumento graduale dell’1% all’anno fino a un 
massimo del 19,5% (nel 2021). I contributi versati dal 1° gennaio 2013 verranno trasformati in rendita mensile con un’aliquota di 
prestazione (o rendimento) dell’1,25%. È previsto anche un aumento del tetto di reddito entro il quale si pagano i contributi 
ordinari: nel 2013 sarà di 70.000 euro, nel 2014 sarà di 85.000 euro, fino ad agganciarsi, dal 2015 in poi, al massimale stabilito 
dalla legge per l’Inps.
Il metodo di calcolo della pensione resta il contributivo indiretto Enpam.
 
Specialisti esterni
(6.629 iscritti attivi; 0,8% delle entrate contributive Enpam)
 
La pensione verrà calcolata in base al contributivo definito dalla legge 335/95.
La parte di pensione maturata fino al 31 dicembre 2012 dagli specialisti convenzionati in forma individuale verrà calcolata con il 
contributivo indiretto.
 
Fondo generale – Quota A
(vi contribuiscono obbligatoriamente tutti i 348.846 medici e odontoiatri iscritti all’Ordine; 17% delle entrate contributive Enpam)
 
La Quota A passa al metodo di calcolo contributivo definito dalla legge 335/95.
Per la Quota A continua a non essere prevista la pensione anticipata. Tuttavia, su richiesta dei sindacati dei dipendenti, è stata 
mantenuta la possibilità di andare in pensione a 65 anni per chi sceglierà il contributivo (legge 335/95) su tutta l’anzianità 
maturata, in analogia a quanto previsto dal Ministro Fornero per il pensionamento anticipato delle donne nel sistema previdenziale 
pubblico.
Le quote da versare restano sostanzialmente invariate, cambia solo il meccanismo d’indicizzazione: dal 1° gennaio 2013 i contributi 
saranno indicizzati nella misura del 75% del tasso di inflazione (previsto pari al 2%) maggiorato di un punto e mezzo percentuale.
 
Che cos’è
 
La Quota A è il fondo pensionistico obbligatorio per tutti i medici e gli odontoiatri iscritti all’Albo professionale. Dà diritto a 
tutte le prestazioni della previdenza obbligatoria, garantisce:
- una pensione di base (attualmente di circa 200 euro al mese);
- una pensione di circa 15 mila euro (minimo) nei casi di invalidità o di decesso dell’iscritto in attività (si applica anche ai -
giovani medici o dentisti indipendentemente da quanti contributi hanno versato);
- l’indennità di maternità anche se l’iscritta non ha redditi professionali;
- prestazioni assistenziali (es: calamità naturali, indigenza, assistenza domiciliare).
La riforma è stata approvata dal Consiglio di amministrazione della Fondazione Enpam il 16 marzo 2012 e, limitatamente alla 
determinazione della contribuzione della Quota A, dal Consiglio nazionale del 24 marzo 2012.
 
Le riforma entrerà in vigore solo dopo il nulla osta da parte dei ministeri vigilanti.

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