Il rapporto Agenas sull’erogazione dei Lea promuove solo 9 regioni su 20 e boccia soprattutto le regioni in rientro dal deficit e in particolare la Campania, dove si può attendere fino a 2 mesi e mezzo per una chemioterapia (e dove sacchi e cateteri sarebbero di peggior qualità perché comprati a costi stracciati). «Le cose sono se possibile peggiorate tra 2011 e 2012 come attesta il rapporto Remolet dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali», dice Gabriele Peperoni segretario degli specialisti ambulatoriali Sumai di Napoli e già presidente dell’Ordine dei Medici partenopeo. «La sovrattassa sul ticket da 10 euro ha allontanato nel 2012 una media del 16% dei campani e chi poteva s’è rivolto al privato. Del resto, se ai 40 euro della visita cardiologica con ticket si deve aggiungere l’ecg o l’ecodoppler, a questo punto la cifra totale può essere spesa in centri dove per la stessa prestazione ormai si propongono costi contenuti e minori attese. Sempre in Campania queste misure hanno creato una fascia di non assistiti nell’età di mezzo, tra i 50 e i 60 anni: gli anziani esenti per patologia continuano a non pagare per le prestazioni e a venire nei nostri studi, e l’Istat asserisce che l’80% delle nostre visite sono ormai su cittadini esenti dal ticket; ma il 70% di chi –non anziano, non ancora cronico- ha da poco scoperto una patologia e sa di dover pagare qualcosa, secondo queste statistiche non fa più analisi e visite specialistiche, ed è tagliato fuori da una seria prevenzione». Sulle attese per esami e chemioterapia invece «la Regione sta facendo qualcosa, con fatica, ma ha mancato il bersaglio essenziale poiché non ha mobilitato tutte le forze del territorio. Infatti ha concluso l’accordo con i medici di famiglia ma non quello con specialisti e pediatri, in questo modo i finanziamenti derivanti dai risparmi sulla soppressione di servizi inutili e la riorganizzazione si profilano separati. Non è una buona partenza».
Mauro Miserendino
Fonte: www.doctor33.it