I casi sono diffusi e non risparmiano quasi nessuna regione. Basti ricordare le fatture pagate più volte presso la Asl 1 di Napoli o il sequestro di beni per circa tre milioni di euro a un ex-dirigente della sanità pubblica laziale. Ma ora, anche per la sollecitazione della Corte dei Conti, dal Ministero della Salute arriva un piano dedicato alle Asl, con l'obiettivo di contrastare il malaffare all'interno delle Asl e ridurre quel 5-6 per cento dei finanziamenti per il fondo sanitario che si perdono in attività illecite. Il processo prevede alcuni passaggi importanti. Prima di tutto ogni Asl deve individuare i propri punti critici ed attuare un programma di rotazione del personale, per far sì che una persona non rimanga troppo a lungo in un punto nevralgico come l'ufficio acquisti. Nello stesso tempo, andranno formati gruppi di verifica costante e verranno organizzati specifiche attività formative volte a contrastare la corruzione. Ancora: per chi segnalerà una possibile truffa, sarà assicurato l'anonimato. Sono solo alcuni dei passaggi previsti dall'operazione "trasparenza", che in questi giorni dovrebbe giungere alla fase di implementazione. Ogni azienda avrà il compito di nominare un responsabile espressamente dedicato al contrasto della corruzione, dovrà rendere disponibile in rete il piano triennale e avrà l'obbligo di rendere pubblici, sempre su internet i compensi e i curricula del direttore generale, di quello sanitario e di quello amministrativo. Il programma coinvolge anche le aziende ospedaliere e gli istituti di ricovero e cura, per arrivare fino ai policlinici universitari.