L'Agenzia Italiana del Farmaco, attaccata per non aver concesso l'impiego del farmaco più economico per il trattamento della degenerazione maculare della retina, si difende. "Abbiamo solo applicato le leggi e le indicazioni che provenivano dall'Ema, l'Agenzia Europea dei Medicinali". In un lungo articolo, tuttavia, si ripercorre l'intera vicenda e il racconto può aiutare a capire meglio come si è giunti all'attuale situazione. Nel 2007 la stessa Aifa inserisce Avastin, il farmaco a costo minore, nell'elenco dei medicinali potenzialmente utilizzabili per l'impiego off label, in assenza di altre terapie specifiche per il trattamento della patologia retinica. La situazione muta nel 2012, quando arriva il più costoso Lucentis, registrato proprio con questa indicazione. Dapprima Aifa mantiene comunque l'impiego di Avastin come off label, ma poi si deve sottoporre alle indicazioni di Ema che praticamente rende impossibile l'impiego "fuori indicazione" del farmaco prodotto da Roche, sulla scorta di effetti collaterali registrati dopo l'impiego del farmaco. Effetti simili, peraltro, vengono riscontrati qualche mese dopo anche dopo l'impiego di Lucentis. Ed è a questo punto che la situazione si complica: Aifa non fa marcia indietro: a detta dell'Agenzia, la legge non consentiva allora di prescrivere un farmaco off label in presenza di un altro medicinale autorizzato per quell'indicazione terapeutica. E' a questo punto che l'Italia si stacca dalla scelta di altri Paesi, come Usa e Regno Unito, che hanno autorizzato l'impiego di Avastin in oftalmologia. E si arriva alla situazione odierna.