Non va nella direzione auspicata dall'Enpam il maxiemendamento del Governo sul riequilibrio a cinquant'anni delle casse private e i medici di famiglia minacciano la mobilitazione. Questo il quadro a poche ore dall'annuncio con cui oggi il governo dovrebbe porre la fiducia sul testo della Manovra, approdato ieri all'esame della Camera dopo i ritocchi apportati in commissione Bilancio nella notte tra martedì e mercoledì. Ne esce riscritto anche il famigerato articolo 24, quello che allunga da 30 a 50 anni il periodo di equilibrio tra entrate (contributi) e uscite (pensioni) che gli enti di previdenza delle professioni devono garantire. L'Adepp (l'associazione delle casse privatizzate) e l'Enpam, già impegnato da un paio di mesi in una onerosa riforma diretta a raggiungere il traguardo dei trent'anni di equilibrio, vorrebbero che nei saldi contabili si potesse conteggiare anche il patrimonio mobiliare e immobiliare e allo scopo avevano chiesto al Governo modifiche al decreto. Il maxiemendamento invece conferma il provvedimento originale e si limita a spostare dal 31 marzo al 30 giugno il termine entro il quale le casse devono adottare i provvedimenti economici necessari a rispettare i nuovi criteri. In caso contrario, a pagare saranno i medici dell'Enpam: quelli già in pensione si vedranno applicare un contributo di solidarietà dell'1% per il 2012 e il 2013; i contribuenti invece passeranno obbligatoriamente al sistema contributivo dal prossimo gennaio (pensioni parametrate sull'entità dei contributi). Tra gli addetti ai lavori c'è qualche perplessità sull'applicabilità di quest'ultima misura ma le sigle della medicina generale non vogliono affidarsi ai tecnicismi e dopo la presa di posizione dell'Intersindacale di lunedì si preparano venti di guerra per la categoria.