L'AIFA non modifica la delibera sulla Ru486

ROMA - La delibera sulla pillola abortiva Ru486 adottata lo scorso 30 luglio dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) è "coerente" con le richieste avanzate negli scorsi giorni dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e in linea con i contenuti della legge vigente sull'aborto, la 194. Dunque non sarà modificata. È quanto ha deciso il Cda del'Aifa che si è riunito oggi in seduta straordinaria, fugando dubbi sull'eventualità di intervenire con correzioni. Il Cda, inoltre, ha deciso che non è compito dell'Agenzia prevedere quale tipo di ricovero sia necessario per la somministrazione della pillola, ma questo spetta a governo e Regioni.

"Il Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco - si legge nella nota appena diffusa - riunito oggi in seduta straordinaria, esprimendo condivisione e apprezzamento per la lettera inviata dal ministro Sacconi al presidente del cda Sergio Pecorelli, dopo aver ripercorso tutto l'iter autorizzativo all'immissione in commercio del farmaco Mifegyne ed aver verificato la coerenza della Delibera assunta dal cda il 30 luglio scorso per quanto riguarda i termini di compatibilità dell'utilizzo della Ru486 con la legge 194/78, ha ritenuto tale delibera pienamente coerente con l'esigenza di garantire che il percorso abortivo avvenga in ambito ospedaliero come raccomandato dal ministro".

"Il provvedimento, infatti, oltre a definire il regime di dispensazione in esclusivo ambito ospedaliero - si legge nella nota - specifica che in particolare deve essere garantito il ricovero in una delle strutture sanitarie individuate dall'articolo 8 della Legge 194/78 dal momento dell'assunzione del farmaco fino alla verifica dell'espulsione del prodotto del concepimento". Tutto ciò, riassume l'Aifa, "è in sintonia con quanto richiamato dal ministro sulla necessità che l'evento abortivo avvenga in ambito ospedaliero, in strutture sanitarie abilitate, con medici del servizio ostetrico ginecologico, nonché sotto la sorveglianza del personale sanitario cui è demandata la corretta informazione sul trattamento, sui farmaci da associare, sulle metodiche alternative disponibili e sui possibili rischi del metodo".

2 dicembre - www.repubblica.it
 

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